15/04/12

Sei

Verso la seconda metà delle superiori cominciai a cercare un po' di sollievo da tutto e da tutti e lo trovai nel fondo degli istinti umani: cibo e sesso. Progressivamente cominciai a mangiare sempre di più per lenire l'ansia. Zucchero principalmente, dolci, cioccolata. E a masturbarmi.

Se dovessi descriverla, la solitudine per me è la puzza di sperma rappreso su un fazzoletto. È il gusto acido in bocca per i troppi dolci mischiati a fumo di sigaretta. È andare a pisciare con l'uretra che brucia. È l'odore di capelli non lavati. È il guardarsi, vedersi grasso e andare in cucina un'altra volta. È la costante preoccupazione di aver buttato via i fazzoletti sporchi perché tua madre non li trovi. È il saper aspettare il momento giusto per andare in cucina quando nessuno ti sente. 

La solitudine è un mondo di odori sgradevoli, dove il tuo corpo produce sperma e grasso, dove tu produci sperma e grasso. Dove ti fai male da solo, ma non riesci a smettere perché l'unico, momentaneo, evanescente sollievo dal dolore è il male che ti fai da solo.

E dove cominci a convicerti che effettivamente gli altri hanno ragione se ti stanno lontani. Basta guardarti allo specchio, basta annusare l'aria intorno a te, quale migliore ragione ci potrebbe essere?

3 commenti:

  1. La solitudine e' un mondo di odori sgradevoli... Come e' vero. Voglio il lieto fine pero'.

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  2. This ain't no Hollywood, I'm afraid...

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