07/06/12

Nove

Ogni tanto mi arriva notizia di qualche suicidio e mi arrivano i commenti delle persone. A volte la reazione è lo stupore di non aver previsto, il chi se lo immaginava, chissà cosa aveva dentro. 

Non credo di sapere cosa abbia passato chi si suicida, ma io non mi meraviglio affatto di questo stupore di fronte a certi suicidi. Perché c'è stato un tempo in cui vedevo nella morte l'unica liberazione e se mi fossi suicidato la reazione di chi mi stava intorno sarebbe stata proprio quella. 

Più o meno da quando avevo sedici ho convissuto con questa merda nella testa. Chiamatela come vi pare, io la chiamo merda e mi scusino le signore. Sto parlando di anni, non di settimane. È andata peggiorando col tempo ed arrivata a farmi desiderare la morte. 

E durante tutto questo tempo nessuno si è mai accorto di niente, nessuno ha mai sospettato che qualcosa non andasse. Non nego di aver fatto di tutto per non farmi scoprire, ma allora devo essere stato un adolescente veramente sveglio per aver preso in giro tutti in maniera così perfetta. E non so - faccio fatica a crederlo. 

Il fatto è che se vai bene a scuola, non ti droghi e non vai a fare festa il sabato sera ti guadagni il biglietto per la santità. Se mangi tanto sei goloso, se stai chiuso in casa con i tuoi libri è perché sei secchione. E questi sono i complimenti. Da quand'ero ragazzino me ne sono sentite dire un po' di tutti i colori. Per me la cosa peggiore era quando mi dicevano che ero stronzo, o misantropo, o qualsiasi variante del caso. Io cercavo solo qualcuno che mi volesse bene, a dire il vero. Non sono mai riuscito a esprimermi molto, lo ammetto. Ma non credo di essere stato peggiore di tanti altri, questo no. Non ho mai voluto male a nessuno, non ho mai giudicato nessuno, non ho mai trattato nessuno senza rispetto.

Simpatico era chi parlava bene, sorrideva tanto e usava la gente per i propri scopi. Io ho sempre parlato poco, sorriso meno e detto le cose in faccia: non proprio la ricetta per vivere in società. Per questo ho scelto come nickname signor Cellophane, perché mi potete guardare e camminare a fianco e non saprete mai che ci sono. 

Ed è anche l'unico motivo per cui scrivo su questo blog. Perché da qualche parte c'è un ragazzino solo e sofferente che sta pensando che morire è meglio di vivere così, e vorrei che sapesse che invece non è solo, che non è il solo, che altri ci sono passati e che no, non voglio raccontargli storie edificanti di unicorni che cacano arcobaleni, perché lo so io come lo sa lui che chi ti sta intorno è raro che ti aiuti. Ma che c'è sempre un modo di uscirne, che quel dolore si può lenire e che la morte non è una soluzione a niente.

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