16/03/12

Uno

Credo che se dovessi pensare a quando tutto è iniziato, partirei da quando avevo 13 anni. Quell'estate mi innamorai per la prima volta, di una ragazzina che conoscevo. Amore folle, disperato, senza limiti, doloroso e non ricambiato. La prima cotta di tutti gli adolescenti.

Tutti gli adolescenti ci passano, soffrono e vanno avanti.  Ma non io, nossignore. A me non passava, mai. A stento dimenticai quella ragazzina (se solo sapesse, povera, quanto mi ha fatto soffrire senza saperlo e senza volerlo) che subito mi innamorai di un'altra. Un altro folle, disperato, senza limiti, doloroso amore non ricambiato. E poi un'altra, e un'altra ancora. 

Costantemente in preda a questo sentimento fortissimo, che mi dominava e che non riuscivo a placare. Non passava mai, non migliorava mai. Soffrivo sempre, mai ricambiato.

E questa era la cosa peggiore, non essere mai ricambiato. Non so dire perché, per quale motivo, ma di certo nel pieno dell'adolescenza mi ero già abituato a pensare che nessuna donna avrebbe mai voluto starmi vicino.

E più mi rifiutavano e più i miei sentimenti urlavano dentro di me. Non c'era modo di tenerli a freno, mi prendevano, mi sollevavano e mi scaraventavano a terra, lasciandomi sfiancato e dolorante.

Ecco, se la memoria non mi fa difetto, è così che è cominciata. Allora non sapevo dove mi avrebbe condotto, ma lo avrei scoperto di lì a non molto. 

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